Parodontite grave: terapie moderne efficaci

Consigli odontoiatrici / 12-09-2025

La parodontite è una patologia che, se trascurata, può compromettere seriamente la salute dei denti e delle gengive. Nei casi più avanzati non si tratta soltanto di un problema estetico, ma di una condizione clinica che mette a rischio la stabilità dentale e la salute dell’intero cavo orale. Negli ultimi anni, però, le terapie si sono evolute grazie a tecnologie moderne e protocolli clinici sempre più mirati.

In questo articolo esploriamo cos’è la parodontite, le sue cause, le classificazioni cliniche e le terapie più efficaci oggi disponibili.

Che cos’è la parodontite

La parodontite, comunemente nota come piorrea, è un’infezione cronica che colpisce i tessuti di sostegno del dente: gengiva, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare. Quando la placca batterica non viene rimossa in maniera adeguata, si trasforma in tartaro e penetra in profondità, provocando infiammazione cronica e progressiva distruzione dei tessuti di supporto.

Nei primi stadi la malattia può manifestarsi con gengive arrossate, sanguinamento durante lo spazzolamento e alitosi persistente. Con il tempo, se non trattata, porta al riassorbimento osseo e alla mobilità dentale fino alla perdita definitiva dei denti.

Cos’è la parodontopatia con riassorbimento osseo orizzontale

Il riassorbimento osseo orizzontale è una delle forme più comuni di perdita ossea legata alla parodontite. Si caratterizza da una riduzione uniforme dell’altezza dell’osso che circonda i denti, come se fosse stato abbassato in maniera parallela. Questo tipo di danno può interessare più denti contemporaneamente e, se non intercettato in tempo, può compromettere la stabilità dell’intera arcata.

Dal punto di vista clinico, la parodontopatia con riassorbimento osseo orizzontale viene diagnosticata tramite radiografie endorali o panoramiche, che mostrano chiaramente la riduzione ossea. Il trattamento prevede terapie rigenerative e chirurgiche atte a contenere la progressione e, nei casi più avanzati, a recuperare parte dell’osso perduto.

Che cos’è un ascesso parodontale

Un’altra complicanza frequente nei pazienti con parodontite è l’ascesso parodontale. Si tratta di una raccolta di pus che si forma all’interno della tasca parodontale a causa della proliferazione batterica. L’ascesso può manifestarsi con dolore acuto, gonfiore gengivale, sensibilità aumentata e in alcuni casi febbre.

La sua comparsa indica che l’infezione è in fase attiva e richiede un trattamento immediato. La terapia consiste nella drenaggio dell’ascesso, nella pulizia profonda della tasca e nella prescrizione di antibiotici mirati. È un campanello d’allarme che sottolinea quanto sia importante non trascurare la malattia parodontale.

Parodontite: cause

La causa principale della parodontite è l’accumulo di placca batterica, ma diversi fattori possono contribuire a peggiorarne l’evoluzione. Tra i più comuni troviamo:

  • predisposizione genetica
  • fumo di sigaretta
  • diabete non controllato
  • stress cronico
  • malocclusioni dentali
  • scarsa igiene orale

Anche alcune terapie farmacologiche e malattie sistemiche possono aumentare il rischio di sviluppare la parodontite. È dunque una patologia multifattoriale, dove lo stile di vita gioca un ruolo importante insieme alla predisposizione individuale.

Come si classifica la parodontite

Dal punto di vista clinico, la parodontite si classifica secondo diversi criteri. Storicamente veniva distinta in parodontite cronica e aggressiva, ma le più recenti linee guida internazionali adottano una classificazione basata su stadi e gradi:

  • Stadio I (iniziale): perdita ossea lieve e tasche fino a 4 mm.
  • Stadio II (moderata): perdita ossea moderata e tasche fino a 5 mm.
  • Stadio III (grave): perdita ossea severa, mobilità dentale, rischio di perdita di denti.
  • Stadio IV (avanzata): compromissione diffusa dell’intera arcata, funzione masticatoria gravemente ridotta.

Oltre agli stadi, viene valutato il grado di progressione (A, B o C), che indica la velocità con cui la malattia avanza.

Quali sono i gradi di forcazione parodontale?

La forcazione è lo spazio tra le radici dei denti pluriradicolati (come i molari). La parodontite può colpire queste zone in modi diversi, ed è qui che entra in gioco la classificazione dei gradi di forcazione:

  • Grado I: coinvolgimento iniziale, con lieve perdita di supporto.
  • Grado II: perdita ossea parziale che interessa la forcazione ma non la attraversa completamente.
  • Grado III: coinvolgimento totale della forcazione, con passaggio completo tra le radici.

Questa valutazione è fondamentale perché determina la scelta terapeutica: da trattamenti di parodontologia non chirurgica a interventi più complessi come chirurgia rigenerativa o resezione radicolare.

Come capire se la parodontite è grave

Un paziente può sospettare di avere una forma grave di parodontite quando compaiono sintomi come:

  • gengive che sanguinano facilmente
  • retrazione gengivale marcata
  • mobilità dentale
  • spazi anomali tra i denti
  • alitosi persistente
  • presenza di pus o ascessi

La diagnosi definitiva, tuttavia, può essere fatta solo dal dentista tramite sondaggio parodontale e radiografie, strumenti che consentono di valutare la profondità delle tasche e l’entità della perdita ossea.

Cosa posso fare per fermare la parodontite

Il primo passo per fermare la progressione della parodontite è rivolgersi a uno specialista. Tuttavia, il paziente può contribuire con una scrupolosa igiene orale domiciliare, che include:

  • spazzolamento accurato dopo ogni pasto
  • uso quotidiano del filo interdentale o scovolini
  • collutori specifici a base di clorexidina (per periodi limitati e sotto consiglio medico)

In studio, invece, lo specialista può intervenire con scaling e root planing, laserterapia, terapia antibiotica mirata e, nei casi più gravi, chirurgia parodontale rigenerativa. Le terapie moderne consentono non solo di fermare la progressione della malattia, ma anche di recuperare parte dei tessuti persi.

Quanto tempo ci vuole per guarire dalla parodontite

Il tempo necessario per stabilizzare la parodontite varia in base alla gravità iniziale e alla risposta individuale al trattamento. Nelle forme lievi possono bastare poche sedute di igiene professionale approfondita, mentre nelle forme avanzate i protocolli terapeutici possono estendersi per mesi.

La guarigione non deve essere intesa come una scomparsa definitiva della malattia, ma come il raggiungimento di una condizione stabile, in cui i sintomi sono sotto controllo e i tessuti parodontali non peggiorano ulteriormente. Con un follow-up regolare, è possibile mantenere i denti sani per molti anni.

Quali sono le ultime scoperte sulla parodontite

La ricerca scientifica sta offrendo nuove prospettive per il trattamento della parodontite. Tra le novità più rilevanti troviamo:

  • Terapie rigenerative con biomateriali e fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione ossea.
  • Laser e fototerapia antibatterica, che riducono la carica batterica senza danneggiare i tessuti.
  • Probiotici orali, studiati per ristabilire l’equilibrio del microbiota del cavo orale.
  • Approcci personalizzati basati sulla genetica, che permettono di individuare i pazienti più a rischio e modulare la terapia.

Queste innovazioni stanno trasformando la parodontologia in una disciplina sempre più orientata alla rigenerazione e alla prevenzione.

Dove sottoporsi ad una visita odontoiatrica per la parodontite a Roma

Affrontare la parodontite in maniera tempestiva è essenziale per preservare la salute orale e la qualità della vita. Se sospetti di avere sintomi riconducibili a questa malattia, è fondamentale rivolgersi a uno specialista esperto.

A Roma puoi prenotare una visita odontoiatrica per la parodontite direttamente presso We Dental Care, una clinica specializzata nella prevenzione e nel trattamento delle malattie parodontali. Un team qualificato ti guiderà in un percorso personalizzato di diagnosi e terapia.

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Parodontologia non chirurgica

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